sabato 28 dicembre 2019

Come il progetto della "Piazza Sospesa" stravolge alcuni elementi dell'identità storica spezzina

Fig. 1 Il progetto della Piazza Sospesa
Questo progetto in un colpo solo riesce a mortificare ben tre elementi di forte rappresentazione storica della città:
1. Via Diaz
2. i Giardini di Garibaldi
3. la Banchina

Ma andiamo per gradi. Dal momento che il progetto non è stato reso disponibile, traggo le informazioni sullo stesso dalla stampa locale e da un video rendering diffuso.
La piazza sospesa, così è stata definita la struttura dal progettista e dall'amministrazione comunale, è un percorso di collegamento ciclopedonale per rendere continuo il tratto cittadino dal centro storico e l’area mare, da Via Prione – Via Diaz fino alla Passeggiata Morin, che è attualmente interrotto dalla presenza di Viale Italia”.
La vera e propria piazza sospesa, dalle dimensioni di 170 metri per 5.5 metri, coincide sul tratto di Viale Italia ed è raggiungibile dal centro cittadino attraverso Via Armando Diaz e dal mare attraverso la banchina Thaon di Revel, per mezzo di due rampe ciclopedonali di 76 metri. La piazza sarà raggiungibile anche dai giardini, grazie ad una scalinata di 117 metri immersa nel verde che ha inizio nei pressi del monumento di Giuseppe Garibaldi. Sono tre, quindi, gli accessi: dalla città su Via Armando Diaz, dal mare sulla banchina Thaon di Revel e dai Giardini Pubblici nei pressi del monumento Garibaldi. Inoltre, sono previsti due ascensori, uno dalla Passeggiata Morin e uno da Viale Italia, per garantire la massima accessibilità e fruibilità della nuova struttura e per integrare tutti i percorsi ciclopedonali esistenti".

Fig. 2 Il ponte arriva da Via Diaz e all'innesto con il Ponte del Mirabello si presenta come un vero e proprio edificio

Via Diaz:

Fig. 3 Il ponte impegna per quasi la sua totalità Via Diaz, occludendo il fondamentale cannocchiale visivo.
Via Diaz, la vecchia Via Prione a mare, chiamata anche Via della Banchina: la rampa di accesso al ponte la va a occupare una lunga porzione della splendida via alberata, interrompendo il cannocchiale visivo tra Via Prione ed il mare; un vero delitto paesaggistico, se si pensa si sta parlando dell’originale asse viario storico tra Porta della Marina (attuale Piazza Mentana) ed il Ponte di Sbarco.
Fig. 4 Il cannocchiale visivo da Piazza Mentana verso il mare e la Banchina come si presentava ad inizio 900, ancora quasi inalterato oggigiorno

I Giardini di Garibaldi:

Fig. 5 L’aiuola con la statua equestre di Garibaldi perde il suo fondamentale collegamento visivo con il Viale Mazzini, interrotto sia dalla passerella principale che dalla rampa di accesso dai Giardini.
I giardini di Garibaldi, la parte più antica dei giardini storici (il cosiddetto Prato della Marina), con la Statua equestre simbolo della città, interessato da una "rampa di accesso" stile svincolo autostradale. L'Eroe dei due mondi ha la spada sguainata in direzione del Viale, e indica chiaramente la volontà di chi progettò questa parte di città di realizzare un tutt'uno con Viale Mazzini, di cui l'aiuola circolare con la famosa statua costituisce contemporaneamente termine ed inizio, a seconda del punto di vista.
Fig. 6 La Statua di Garibaldi è stata realizzata e posizionata in funzione di Viale Mazzini, nella cui direzione è volto l’eroe nazionale.

La Banchina:

Fig. 7 L’innesto del la Passeggiata Morin con l’antica Banchina viene stravolto dal nuovo edificio e dalla rampa di accesso
La Banchina, l'antico Ponte di Sbarco, una delle prime icone fotografiche della città, già sminuita dal Ponte Thaon de Revel, verrebbe trasformata in un sottopasso della nuova rampa palafitticola che collegherebbe al Ponte pedonale; intaccando anche la relazione fisica con la Passeggiata Morin, a sua volta interessata da una lunga rampa di accesso.

Fig. 8 In questa immagine si colgono gli originali rapporto spaziali e funzionali tra la passeggiata Morin e la Banchina quando la stessa svolgeva ancora la sua funzione di approdo alla città, poi notevolmente alterati dall’inserimento del Ponte Thaon de Revel.

1 commento:

  1. La prima cosa da fare e' abbattere il tributo a quel bandito di Garibaldi

    RispondiElimina